Otranto – 1

Sulla costa occidentale del Salento, bagnata dall’Adriatico, in posizione strategica tra le due sponde del mare, in diretta e importante relazione con il mondo orientale, e per questa ragione più volte interessata dalla storia, è Otranto.

Insediamenti di epoca paleolitica e poi dell’età del bronzo sono stati individuati nel territorio circostante l’attuale abitato; popolata dai messaggi, divenne presto “municipium” con i romani. La sua posizione, in un’area di contatto rapido e diretto con l’Impero romano d’Oriente, conobbe il suo maggiore splendore tra tarda antichità e alto medioevo. Il suo porto era la via più diretta tra l’Italia e Costantinopoli.

Rimase importante centro portuale con i bizantini, ma anche con i goti, i normanni, gli svevi, gli angioino e gli aragonesi.

Qui giungevano flussi di monaci provenienti dall’oriente che vi stabilirono chiese ed abbazie di grande valore storico e culturale. Qui nel 1095, venne impartita la benedizione ai 12.000 crociati che partivano per la Terrasanta con Boemondo di Altavilla. Qui morì Ludovico IV di Thuringia, marito di Elisabetta d’Ungheria.

Per questo suo valore strategico, nel 1480, subì l’assedio e la conquista, da parte dei Turchi di Maometto II (che aveva assunto anche il titolo di Kaiser-i Rum, Cesare di Roma), dopo aver conquistato Costantinopoli nel 1453. Oltre ai caduti in battaglia, 800 uomini (successivamente ritenuti martiri della fede) vennero trucidati dai Turchi.

Riconquistata, ma costantemente soggetta a incursioni e scorrerie, vide progressivamente diminuire popolazione a attività produttive, segnandone il continuo declino fino a tempi più recenti.

Oggi la ripresa delle attività produttive (soprattutto agricole, legate alla produzione di olio) e il turismo hanno rivitalizzato la vita sociale ed economica di Otranto e della zona circostante.

La nostra visita comincia dal grande castello turrito, circondato da un profondo ed ampio fossato. Un ponte in pietra, con calpestio in legno, permette l’ingresso nella struttura, ben ristrutturata e riorganizzata con sale espositive variamente dedicate alla storia, alla cultura, alla archeologia dell’area.

La configurazione che oggi osserviamo è frutto di costanti modificazioni, che interessarono la fortezza per tutto il ‘500, imposte dalla continua evoluzione e perfezionamento delle armi da fuoco. Un quadrilatero con quattro torri circolari agli angoli, una di questa, quella verso il mare, posta in posizione leggermente più sporgente verso l’esterno.

Intorno all’ampio cortile quadrato si aprono una serie di sale e saloni, nonché le scalinate che portano nei sotterranei, costituiti da cunicoli, passaggi e ambienti diversi, mentre altre scalinate in pietra portano al primo piano e poi verso gli spalti in alto.

Una delle sale al pianterreno ospita, descritta con pannelli e audiovisivi, la storia dell’Abbazia di San Nicola di Casole, una località poco a sud della città. Qui, a partire dal IV secolo, i monaci basiliani, provenienti dalla Grecia, avevano costituito una delle più importanti biblioteche dell’ Occidente di quei tempi, oltre ad accogliere ragazzi provenienti da tutta Europa che si recavano a Otranto per studiare. Fu uno di questi monaci, Pantaleone, l’autore del monumentale mosaico pavimentale (il più grande in Europa) contenuto nella cattedrale. I Codici prodotti in questo monastero sono ora custoditi in prestigiose biblioteche d’Italia e d’Europa: da Firenze a Venezia, da Parigi a Londra, da Berlino a Mosca.

L’Abbazia e la biblioteca subirono purtroppo dispersioni e danneggiamenti nel corso dei secoli. Un primo saccheggio risale probabilmente alla prima metà del XV secolo da parte del cardinale Bessarione, per essere definitivamente distrutta dai turchi nel 1480.

Proseguendo la visita del castello, sempre al pianterreno, un ampio locale è stato trasformato in una moderna sala convegni. Un’altra sala è dedicata al ruolo svolto dal porto di Otranto nel corso dei secoli, luogo di sosta per delegazioni provenienti o dirette verso l’oriente, come pure funzionale a froficui scambi commerciali.

Una sala ancora è dedicata alla descrizione della Basilica di San Pietro, costruita tra il IX e il X secolo. Ha forma a croce greca, iscritta in un quadrato (sulla tipologia di Santa Sofia a Costantinopoli). La cupola è formata dall’incrocio dei due bracci e contiene affreschi realizzati tra il X e il XII secolo, sviluppi interessanti dell’arte bizantina.

In un’altra sala è raccontata l’occupazione turca del 1480 e la fase immediatamente successiva con il governo degli Orsini dal Balzo.

Un lapidario di epoca romana è esposta in alcune sale successive: elementi diversi in pietra, stele e personaggi in pietra sono allineati lungo le pareti.

Salendo la primo piano, in alcune sale si torna ancora più indietro nel tempo. Si trovano qui raccolti reperti risalenti al Paleolitico superiore (14.000-11.000 anni fa) e ritrovati nella cosiddetta Grotta dei cervi. Sono esposti, oltre che reperti litigi ed ossei, come schegge, punte, aghi, affilatoi, anche ceramiche in argilla (vasi, bicchieri, olle, piatti) che testimoniano la presenza umana fino al V millennio ed oltre, ed un ulteriore utilizzo di questo sito a scopo religioso per la presenza, tra gli oggetti ritrovati, di reperti scolpiti a rilievo ed antropomorfi.

Sono inoltre riprodotti elementi pittografici ritrovati nella stessa località, nonché la mappa del sito.

Reperti dell’età del bronzo ritrovati nella località di Porto Russo sono esposti in un’altra sala; oggetti del mesolitico, individuati nell’area dei Laghi Alimini sono esposti in una ulteriore sala.

Saliamo infine sugli spalti da dove si gode un’ampia vista sull’abitato e, soprattutto, su un gran parte dell’ampia distesa marina davanti ad Otranto.

Da segnalare, infine, una piacevole passeggiata lungo le stradine del centro storico, lungo le quali, oltre a piccoli negozi ed attività artigianali tipiche delle località turistiche, ristoranti e bar, si possono ammirare vecchie costruzioni e palazzi abbastanza ben tenuti e decorosamente ristrutturati.

La passeggiata si completa raggiungendo i giardini del lungomare, attraversando una grande porta di pietra che si apre nella cortina di mura antiche.

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