Velletri

Città dei Volsci, si ribellò più volte ai romani, fino a quando, nel 338 a.C., non venne definitivamente sottomessa. Convulse le vicende della cittadina in epoca medievale, conobbe nuovamente le conseguenze di un conflitto anche nel 1944, quando divenne un baluardo tedesco contro l’avanzata delle truppe alleate.

Il principale edificio cittadino è il Palazzo Comunale, la cui costruzione iniziò nel 1575 ad opera del Consiglio Maggiore del libero comune di Velletri, per essere completato nel 1590. Distrutto nel 1944, è stato ricostruito sostanzialmente simile a quello preesistente.

Nel Palazzo Comunale è il piccolo ma interessante Museo Civico, composto da una sezione archeologica ed una di paleontologia.

La sezione archeologica si apre con un busto paludato di epoca romana, molto deteriorato, esposto proprio per evidenziare una incuria nei confronti del passato da non ripetere.

Una prima sezione è dedicata alla Veliter di epoca arcaica, con reperti risalenti all’VIII secolo a.C. Vi sono esposte brocche dell’età del ferro, scodelle, rocchetti e fuseruole. Si sale al primo piano dove è la ricostruzione di un’area funeraria del III-1 secolo a.C.: un cippo scolpito, un’ara e un frammento di balaustra a motivi geometrici. In un angolo, sotto una teca, la ricostruzione di una sepoltura a pozzetto. In altre teche vari elementi in bronzo: cinture, fibule, bracciali, punte di lancia.

Assai interessante, sia come reperto, sia per il metodo di esposizione, la ricostruzione di un frontone in terracotta di epoca volsca, testimonianza insieme storica ed artistica dell’epoca. Le parti originali rappresentano bellissime ed coinvolgenti immagini di uomini a cavallo, carri lanciati al galoppo, scene di un simposio. Gli elementi mancanti sono sostituiti con disegni realizzati in continuità, stilistica e formale, delle immagini esistenti.

Analogo procedimento è applicato ad una piccola sfinge del VI secolo a.C. della quale sono state ritrovate solo alcune parti dell’originale.

Un cippo funerario in marmo riporta invece sul fronte principale l’immagine di due sposi che si tengono per mano, sdraiati sul letto funebre, mentre sul retro e sui lati sono le immagini di alcune divinità.

Assai interessante, e anche documento di straordinaria importanza, è la “Tabula Veliterna”. Si tratta di una lamina bronzea incisa nella lingua dei Volsci e si riferisce alla sacralità inviolabile dei boschi. Un documento che ha permesso la conoscenza della scrittura e della cultura dei Volsci.

Infine, in alcune teche, varie ceramiche provenienti da scavi archeologici realizzati nella zona di Velletri.

Tornando al pianterreno, in varie teche, sono raccolte ceramiche di vario genere, anfore, cantora, crocchette di bucchero, monili, gioielli in rame e riproduzioni di altri gioielli in oro. Ma ci sono anche lastre architettoniche in terracotta con figure e ornamenti; parti architettoniche, mosaici e due delicati dipinti a muro con uccelli.

Al centro della sala un grande tavolo illustra come si procede in un lavoro di scavo archeologico e presenta i principali utensili di scavo: cazzuole, pennelli, ecc.

Eccezionale, nell’ultima sala: mentre lungo le pareti sono allineati marmi, busti, teste, torsi e figure di marmo, al centro è il reperto assolutamente più bello ed interessante. Si tratta di un grandioso e magnifico sarcofago scolpito, il Sarcofago di Velletri.

Totalmente scolpito su ciascun lato su più ordini, si completa con una chiusura a capanna anch’essa totalmente decorata con festoni di foglie e frutti.

Il fulcro della narrazione è su uno dei lati brevi, al centro del quale è la scena dell’offerta dell’obolo all’ingresso degli inferi. Seguono scene di Ercole che uccide il leone, l’idra e delle altre “fatiche” di Ercole. Il racconto scolpito nel marmo prosegue poi con il rapimento di Proserpina, i supplizi di Tantalo, la condanna delle Nereidi e di tanti altri racconti mitologici.

Un vero splendore che si sviluppa sui quattro lati del sarcofago e, come detto, su più ordini sovrapposti. Una lunga teoria di piccoli ma robusti telamoni divide infine le diverse scene.

Nel corridoio di uscita, oltre ad una gigantesca copia di Pallade, sono allineate varie epigrafi scolpite di epoca romana, parti di una lucerna in marmo piuttosto grande, una lastra tombale scolpita di epoca medievale.

La sezione di paleontologia ha funzionalità di carattere divulgativo e pedagogico.

Un filmato in 3D illustra l’evoluzione orografica del territorio, con particolare attenzione all’attività vulcanica.

Sono poi esposti fossili di conchiglia e di altri animale, zanne e molari di mammut, corna e parti di fervidi e bovidi ritrovati in zona.

Al primo piano del museo, un diorama interattivo mostra alcuni animali preistorici e l’ambiente nel quale essi vivevano. Seguono le ricostruzioni a dimensione reale di alcuni ambienti nei quali vivevano i primi uomini in epoca paleolitica: una grotta e una capanna, con i corredi utilizzati per la vita quotidiana e per la caccia e la sopravvivenza.

Infine, distribuiti in varie teche, oggetti originali ritrovati in varie campagne di scavo, soprattutto oggetti litici come coltelli, selci, schegge, ma anche prodotti artigianali come vasi, ciotole. Infine una urna cineraria, testimonianza dei riti funebri del passato e la ricostruzione (in scala) di una pira funeraria.

Una visita consigliata, se vi ritrovate in zona.

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