Colli Albani

L’occasione di un viaggio a Roma è stata opportuna per visitare altri luoghi nella zona dei Colli Albani, le alture a sud di Roma, più comunemente conosciuti come i Castelli Romani. Un gruppo di comuni che costituiscono un aggregato di grande interesse storico e culturale, dal punto di vista artistico, paesaggistico ed anche…gastronomico.

Di alcuni di essi ho scritto in maniera specifica: (Albano 1, Albano 2, Grottaferrata, Tuscolo); di altri ho accennato in alcuni scritti su Roma (ad esempio Roma 5).

Qui scriverò della visita a Lanuivo e al Museo Civico di Albano Laziale.

A Lanuvio raggiungiamo, in alto sull’abitato, il parco della villa Cesarini-Sforza. Qui sono i resti di un antico tempio dedicato a Giunone Sospita (Salvatrice), detta anche “Lanuvina” e cioè ricoperta di lana, per la pelle di capra che rivestiva la statua (la zona era infatti in antichità interessata agli allevamenti di questo animale).

Del Tempio dedicato alla dea rimane una parte del portico: un pronao con archi in muratura di peperino scuro che, su due ordini, cingeva il tempio, dando accesso all’area sacra. Ancora oggetto di discussione rimane l’impianto originario, probabilmente un tempio di tipo tuscanico, risalente al VI secolo a.C.. Dalle finestre del primo piano della vicina biblioteca, per la cortese disponibilità del personale, è possibile dare uno sguardo di insieme alla vasta area di pertinenza del tempio.

Qui, nella fase più antica, al di sotto del tempio, erano alcuni cunicoli che portavano ad un antro sacro dove era il serpente sacro alla dea e dove venivano officiati particolari riti legati alla fertilità della terra e al buon andamento dei raccolti. Probabilmente i due riti (quello del serpente, che si perde nella notte dei tempi, e quello della dea) hanno convissuto per un lungo periodo, fino a quando il secondo ha del tutto soppiantato il primo.

Lungo quest’area sono una serie di reperti (parti di colonne, capitelli, lastre dedicate) che facevano parte del tempio originario o delle sue fasi successive (sicuramente una di queste fasi fu ad opera di Licinio Murena, quando la città entrò nell’orbita romana). Il complesso era adorno di stucchi, di marmi e di statue. La gran parte di essi è andata perduta, alcuni reperti ritrovati negli scavi di fine ‘800 sono al British Museum di Londra, pochi sono rimasti in loco esposti nel piccolo ma decoroso museo locale.

Anche questo lo visitiamo con la cortese compagnia del responsabile che ci accoglie nonostante la chiusura settimanale.

Vari reperti dall’area sacra del tempio di Giunone sono ben ordinati lungo le pareti del museo, soprattutto materiali lapidei, stele e iscrizioni.

Capitelli, fregi ed elementi architettonici provengono invece dagli scavi nella zona del teatro romano. un delicato affresco proviene invece dalla zona cimiteriale dove, precedentemente, sorgeva una villa di epoca imperiale.

Sempre dalla zona del tempio provengono invece alcuni ex voto del IV secolo a.C., insieme ad alcune teste di statue di epoca romana. Esposti sono anche alcuni vasi e suppellettili di epoca protostorica e vetri di epoca romana. Bellissimo un grifone scolpito proveniente dall’area del teatro romano del II secolo d.C.

A poca distanza da questa sede del museo (Lanuvio ha un “museo diffuso”, con 5 piccole sedi museali), è quella dedicata proprio al rito del serpente del quale accennavo prima. Esposta è una statua del serpente in peperino con attentamente riportate le squame dell’animale, in un ambiente che ricrea la situazione dell’antro nel quale si svolgevano le cerimonie sacre a lui dedicate.

Intorno al simulacro dell’animale alcuni degli oltre 2.000 oggetti (ex voto in forme anatomiche, pietre preziose ed altro), ritrovati nel sito: oggetti in ceramica, bronzo, vetro. Oggetti che si sono accumulati nel corso di ben 6-7 secoli.

Ad Albano, invece, abbiamo visitato il Museo Civico “Mario Antonacci”, ospitato nelle sale della ottocentesca villa Ferrajoli.

Una bella villa, anticipata da un vasto giardino segnato da alcune grandi, splendide e lussureggianti piante di magnolia.

Le prime sale sono dedicate alle origini e alla evoluzione geologica dell’area, con alcuni resti di animali preistorici e, al piano superiore, rinvenimenti litici, prime ceramiche, punte di freccia, asce in bronzo provenienti dal Villaggio delle Macine, un villaggio, probabilmente su palafitte, ora sommerso dal Lago di Albano. Da segnalare i ritrovamenti di numerose macine in pietra (di piccole dimensioni), da cui il nome del villaggio.

Il passaggio dal bronzo al ferro è documentato dai ritrovamenti in altri siti del territorio: fibre, bracciali, frecce e numerose ceramiche. Esposte, nelle sale successive, ceramiche nere e dipinte, punte di giavellotto, vasi per diverse funzioni. Da alcuni luoghi di culto, frammenti di statue in terracotta ed elementi architettonici, quali fregi ed antefisse (in forme di palmetta), vari ex voto.

Interessante una mensa ponderaria e cioè un bancone in marmo per la misurazione di capacità dei prodotti (ogni bottega ne era provvista). Molto belli sono un vaso marmoreo scolpito con puntini del II-III secolo d.C. e un cratere a figure rosse con scena dionisiaca del IV secolo a.C.

Molto belli sono tutta una serie di oggetti esposti: un piatto di vetro verde, una serie di strumenti per scrivere e parti di un vetro per finestra (cosa piuttosto rara). Da alcune ville romane dei dintorni di Albano proviene la metà inferiore di una statua muliebre con il panneggio degli abiti ben disegnato, una serie di raffinati elementi architettonici per il coronamento di edifici a forma di teste di satiro, motivi floreali e motivi geometrici.

Decisamente una selezione di materiali assai interessanti, anche se molte delle opere rinvenute in questa zona sono state portate a Roma, nei musei nazionali o in quelli vaticani (fra queste il busto di Commodo, un’ara scolpita con il mito di Zeus, un’altra dedicata alle fatiche di Ercole).

L’ultima parte del museo di Albano è raccolta nel seminterrato, dove sono esposti gli elementi più voluminosi della collezione.

Si va da alcuni sarcofagi etruschi nella tradizionale pietra di nenfro, a brani di statue di epoca romana, a sarcofagi in marmo scolpiti con disegni geometrici o con figure, parti decorative in marmo, ancore e vasi da trasporto delle merci utilizzate dalle imbarcazioni che navigavano sui laghi. Vasi, laterizi (con i diversi bolli che ne contraddistinguevano la produzione), antefisse.

Una piccola sezione è dedicata al periodo medievale e conclude il museo. Ceramiche invetriate, vasi, maioliche, ciotole, brocche. Stupendo è un vaso decorato con figure. Interessanti quattro pezzi di scacchi in stile islamico.

La giusta conclusione di una simile giornata non poteva che essere sulle rive del Lago di Albano, all’ombra di alcuni frondosi alberi e rinfrescati da un piacevole venticello che rendeva sopportabile la calura estiva di questo inizio di luglio.

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