Ancona – 4

Ho già avuto modo di scrivere che Ancona è una città assai interessante, anche se diversa dalle congestionate città marittime italiane.

Ho cercato di delineare, nei capitoli precedenti dedicati al capoluogo regionale delle Marche, i tratti caratteristici della città e i suoi monumenti alla sua fondazione, durante il periodo piceno, quello greco, quello romano e quello altomedievale.

Siamo adesso arrivati alla zona “moderna” della città, dove si sviluppa la città dell’ultimo millennio, anche questa assai interessante e ricco di monumenti e luoghi significativi.

Scendendo infatti lungo la strada che da San Ciriaco porta progressivamente verso il centro cittadino, si giunge alla centrale Piazza del Plebiscito, o come qui viene comunemente chiamata, piazza del Papa.

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Si passa al di sotto del Palazzo del Governo, attraversando una arcata rinascimentale abbellita da un portale classico con colonne su entrambi i lati, e si entra nella lunga e bella piazza.

La forma della piazza è assai particolare: lunga ed allungata presenta anche due diversi livelli collegati e integrati tra loro da scalinate.

Appena si supera il grande arco, sulla sinistra rimane il Palazzo del Governo (attualmente vi ha sede la Prefettura). In questo palazzo venne trasferito, per lungo tempo, il Consiglio degli Anziani quando il Palazzo degli Anziani venne gravemente danneggiato da un incendio.

Il primo nucleo del palazzo risale al 1348, venne poi ampliato, inglobando una torre medievale nel seconda metà del 400. La torre che venne riedificata nel 1532, cui in epoca successiva, venne aggiunto un orologio.

Il palazzo divenne, durante il dominio papale, sede dei governi apostolici.

Solo brevi stradine si aprono dalla piazza, per il resto contornato da una serie pressoché continua di edifici pubblici e privati.

In fondo alla piazza, alla sommità di una scalinata che si sviluppa sui due lati della piazza è la Chiesa di San Domenico, anticipata da una fontana e da una statua monumentale in marmo di Papa Clemente XII.

La scenografia è veramente notevole

La chiesa è opera settecentesca, costruita su un precedente edificio religioso del XIII secolo. La facciata è rimasta incompiuta, infatti solo la parte inferiore è stata completata, tutta in pietra d’Istria, e presenta una coppia di semicolonne ioniche e lesene per ciascun lato.

La chiesa è completata da un campanile in mattoni, a pianta quadrata.

Davanti alla chiesa, nello spazio al centro tra le due scalinate che conducono al livello dell’edificio religioso, sono inserite la Fontana di Piazza (o Fontana Emiciclica) e, dietro, su un piedistallo, la citata statua del papa.

La statua venne eretta per riconoscenza della città nei confronti di Papa Clemente XII il quale, nel 1732, aveva concesso alla città l’esenzione dal pagamento dei dazi pontifici sulle merci commercializzate nel porto; il papa aveva anche deciso l’ampliamento del porto con la realizzazione del nuovo Lazzaretto (del quale parlerò tra breve) nella zona meridionale della città.

La piazza, proprio perché la più antica delle piazze urbane ha cambiato nome più volte: realizzata alla fine del XV secolo si chiamava inizialmente Piazza Nuova, successivamente Piazza Grande. Si chiamò anche Piazza Napoleone a seguito della conquista francese e Piazza del Papa a causa della statua presente in piazza; poi Piazza San Domenico al momento della restaurazione e,infine Piazza del Plebiscito dopo le votazioni che sancirono l’unificazione dello stato pontificio al Regno d’Italia.

Uscendo dalla piazza si scende ulteriormente verso la zona del porto e qui, in una stretta strada c’è un altro edificio di notevole interesse: la Loggia dei Mercanti.

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Palazzo costruito nel 1442, deve la sua facciata in stile gotico veneziano allo stesso architetto artefice della facciata di San Francesco alle Scale (vedi https://michelecasa.wordpress.com/2019/05/06/ancona-1/).

Divisa in tre parti da quattro colonne in rilievo che terminano ciascuna con un pinnacolo, ognuna contiene una statua a rappresentare le quattro virtù cardinali. Questo edificio, così vicino all’area portuale, era strategico per le riunioni dei mercanti e per la trattazione dei loro traffici.

Proseguendo sulla stessa strada, verso nord, è la piccola Chiesa di Santa Maria della Piazza, dalla delicata e armoniosa facciata.

La chiesa venne eretta tra l’XI e il XII secolo, su una precedente chiesa paleocristiana risalente al IV secolo. Lo stile è romanico, con influssi bizantini; è completata, sulla sinistra da un campanile a base quadrata, di epoca successiva.

La facciata è interamente rivestita da una serie di deliziosi archetti ciechi che oltre ad abbellire, snelliscono la struttura. Il portale presenta una leggera strombatura, ed è arricchito da una serie di bassorilievi lungo l’arcata (a tutto tondo).

L’ultimo monumento che visitiamo è la Mole Vanvitelliana (o Lazzaretto Nuovo), posto a sud del lungomare di Ancona.

Ho già accennato che l’opera venne commissionata dal Papa Clemente XII, nel 1732. Incaricato della sua realizzazione fu Luigi Vanvitelli, il quale riorganizzò l’intera area portuale e qui, nella zona meridionale del porto, su un isolotto artificiale, realizzò questa struttura a pianta pentagonale.

Il massiccio edificio, isolato nell’acqua, aveva molteplici funzioni: lazzaretto con funzioni di sanità pubblica, fortificazione a difesa del porto, deposito per le merci, protezione delle opere portuali. Le costruzioni si sviluppano lungo il suo perimetro, mentre al centro rimane un vasto cortile.

Al centro del cortile è una piccola cappella aperta su tutti e quattro i lati. Ciò permetteva di celebrar messa così che tutti i presenti nel luogo, seppure con diverse funzioni ed impegni, non venissero a contatto tra loro.

La struttura non è particolarmente interessante dal punto di vista artistico. Lo è invece dal punto di vista architettonico in quanto la sua struttura è fortemente razionale e funzionale rispetto alle diverse attività che doveva svolgere; una costruzione essenziale, ma anche estremamente versatile, data la sua organizzazione modulare, fornita persino di autonomo approvvigionamento idrico dal sottosuolo.

Un’opera ammirevole, seppure assai diversa da quella che il Vanvitelli avrebbe poi realizzato nella costruzione della Reggia di Caserta.

Si conclude così la nostra interessante visita ad Ancona.

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